Storia dell'Opera
Le Origini dell'Opera
Le origini dell'opera come oggi le intendiamo coincidono, per convenzione, con la formalizzazione del genere da parte di un gruppo di artisti ed intellettuali fiorentini; potremo dunque porre queste origini a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo. In realtà, però, l'opera che viene presentata in questo periodo affonda le proprie radici storiche nel teatro medievale, mentre le radici ideologiche sono da ricercarsi nelle forme di teatro più antiche, ossia nella tragedia classica.
Inizialmente, l'opera si caratterizza come spettacolo d'élite, destinato ad intellettuali ed aristocratici e conosce un enorme diffusione già nel corso dell'età barocca, soprattutto nelle città di Roma e Venezia. Il carattere di intrattenimento viene poi acquisito grazie all'apertura dei primi teatri pubblici, i quali, oltre ad ampliare la tipologia di pubblico cui l'opera era destinata, rappresentarono anche i primi veri teatri lirici moderni dal punto di vista strutturale.Le prime rappresentazioni liriche hanno come soggetto i grandi poemi classici omerici e virgiliani, cui si aggiungono anche poemi cavallereschi; il tutto, ben amalgamato con spunti fantasiosi degli autori.
M anche questa forma elementare d'opera finirà presto con l'evolversi ed alla severità dei temi e della forma dell'opera degli esordi, si sostituirà presto un gusto di innovazione, volto all'arricchimento degli intrecci, delle situazioni e delle musiche. Ecco dunque che le esibizioni canore divengono più articolate e più frequenti, rubando spazio alle azioni recitative: il dialogo cede dunque posto al canto.
Nello stesso momento, si sviluppa, grazie ad un compositore di origini italiane, anche l'opera francese, in cui la parte musicale dell'opera prende il sopravvento rispetto al testo ed in cui la musicalità della lingua francese si sostituisce a quella italiana, maggiormente predisposta al dialogo.
Mentre, negli anni successivi, in Francia, divampò poi un acceso dibattito tra sostenitori dell'opera buffa italiana ed i sostenitori dell'opera lirica francese, durante la seconda metà del XVII secolo, si assistette ad una terza azione riformatrice, la quale poté vantare grandi nomi del calibro di Glick e Mozart. Con questi autori, la pomposa retorica lasciò il posto ad un maggiore dinamismo, dettato da un chiaro svolgimento dell'azione e dalla maggiore aderenza della musica ai personaggi, alle scene ed alle singole situazioni.